Pensare al videogioco come a un “martello”

Effetti positivi e negativi di WoW

Se ci pensate, con un martello si può costruire una casa ma la si può anche distruggere. L’uso che decidiamo di farne non dipende dal martello in sé, ma dalle nostre intenzioni e motivazioni. Per questo motivo, possiamo paragonare i giochi di ruolo come World of Warcraft a un martello, i cui esiti sulla nostra vita dipendono dall’uso che ne facciamo.
WoW nasce come un passatempo per divertirci e sfogarci, ma è normale che ragazzi più piccoli possano avvicinarsi con un’altra idea. Capita spesso infatti, che persone insoddisfatte dei propri rapporti sociali o della propria personalità, cerchino approvazione e supporto in una realtà diversa da quella in cui vivono. In questo modo si possono sviluppare contemporaneamente sia effetti positivi che negativi.
Per essere ottimiste partiamo dai primi.
World of Warcraft è un mondo governato da regole ben precise e ferree, alle quali, per avere un’esperienza di gioco soddisfacente, bisogna per forza far fede. Attraverso questa modalità di gioco, i ragazzi imparano, forse in maniera più interattiva che a scuola, quanto sia fondamentale il rispetto delle leggi per raggiungere gli obiettivi (il livello) desiderati e aspirati. Per raggiungere questi livelli, le leggi di Azeroth impongono la creazione di un gruppo leale e coeso. In questo modo i ragazzi sviluppano in modo quasi naturale l’abilità di integrare il proprio comportamento con quello degli altri, manifestando la propria volontà ma, allo stesso tempo, rispettando il punto di vista degli altri. Imparano così a fare gruppo, sviluppando la capacità di collaborare con gli altri personaggi, dietro ai quali si nascondono sempre persone reali, con le quali si potrebbe instaurare un rapporto di amicizia. È questo l’effetto positivo che più vogliamo sottolineare: nel gioco un ragazzo può trovare un amico, quel compagno che magari manca nella vita quotidiana. Non è insolito, infatti, che si sviluppino rapporti di amicizia anche al di fuori del gioco, quindi abbandonando l’avatar creato. È importante che il rapporto di fiducia nasca tra due personaggi diversi e non tra il giocatore e il suo avatar. Il rapporto esistente tra quest’ultimi dovrebbe essere inteso più come uno strumento attraverso il quale il ragazzo può esprimere la sua personalità, mostrando anche quelli aspetti nascosti nella quotidianità per timore di un giudizio.
Tutti questi aspetti che il gioco può contribuire a sviluppare si devono verificare quotidianamente nei rapporti sociali, poiché fanno parte del comune sviluppo di un individuo. Quindi il gioco deve accompagnare la realtà, fornendo uno strumento in più, non sostituirla! È questo il più grande effetto negativo che si può verificare in ragazzi che giocano senza essere seguiti: la fuga della realtà.
In questo caso, oltre a verificarsi dipendenza, con tutti gli effetti fisici correlati (crisi epilettiche, emicrania, stanchezza) si verifica anche alienazione, ovvero il ragazzo perde di vista la sua vita reale per viverne una fittizia che gli fornisce sensazioni, emozioni, situazioni e tutto quell’affetto che non trova nei rapporti e nei contesti reali.
Se credete che il vostro ragazzo passi troppo tempo in una realtà diversa, perdendosi quelle che sono le tappe fondamentali dello sviluppo e volete aiutarlo, abbandonate l’idea di staccargli internet perché è proprio attraverso questo mezzo che lui vi ha dimostrato il proprio malessere. Il gioco in questo caso potrebbe essere diventato un luogo in cui rifugiarsi per stare bene e, se questo venisse a mancare improvvisamente, potrebbero verificarsi effetti ancora peggiori. La cosa più adeguata da fare è accompagnare il vostro ragazzo nei momenti in cui gioca, standogli vicino fisicamente e informandosi sugli obiettivi raggiunti nel gioco, le amicizie instaurate, dimostrandosi interessati al suo mondo. Una volta instaurato questo rapporto di fiducia, potete così aiutarlo a capire che quello che fa e che ha imparato a fare nel mondo virtuale, può farlo anche nel mondo reale! Perché l’avatar tanto forte e coraggioso dietro il quale si nasconde è proprio lui!



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Milan Tomic

Hi. I’m Designer of Blog Magic. I’m CEO/Founder of ThemeXpose. I’m Creative Art Director, Web Designer, UI/UX Designer, Interaction Designer, Industrial Designer, Web Developer, Business Enthusiast, StartUp Enthusiast, Speaker, Writer and Photographer. Inspired to make things looks better.

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